CONVEGNO
Carlo Levi e i libri di confine della letteratura italiana
Dalla Crestomazia di Leopardi al Cristo si è fermato a Eboli
la prosa non romanzesca nella nostra tradizione:
prosa morale, civile, autobiografica, diaristica, giornalistica
6 maggio 2019
Accademia Nazionale di San Luca
Palazzo Carpegna
piazza dell’Accademia di San Luca 77, Roma
Uno dei libri centrali del ‘900 italiano è il Cristo si è fermato a Eboli, pubblicato a metà del secolo, autentica rivelazione per la cultura italiana uscita dalla guerra e dal fascismo, “brillante rapporto sull’arcaicissima vita della Lucania in una cui borgata era stato mandato al confino di polizia dal regime fascista”(Gianfranco Contini). Si riferiva infatti all’esperienza del confino politico a Gagliano (Aliano), per la sua attività cospirativa antifascista in Giustizia e Libertà, nel 1935-1936.
Un libro inclassificabile, che non si può ridurre solo al “brillante rapporto”, tanto che lo stesso Contini nella sua storia letteraria parla di incontro fra antropologia culturale e “una poesia controllata dall’intelligenza”.
Un libro scritto in una lingua personalissima, lirico-documentaria, memore della prosa d’arte degli anni ’20, e che si muove felicemente al confine tra i generi letterari diversi, riassumendoli tutti: romanzo, memoir, saggio politico, studio antropologico e etnologico, diario, reportage narrativo. Un libro molto amato negli Stati Uniti (recensendolo sul “New York Times” nel 1947 Paolo Milano lo definì tra l’altro “album di sketches”) e in India (considerato un modello dalla scrittrice Anita Desai). In esso confluiscono componenti opposte della cultura di Levi: il razionalismo illuministico di matrice gobettiana e l’attrazione per Jung e per gli aspetti “irrazionali” delle culture arcaico-contadine (che non possono essere del tutto esclusi da una idea di modernità!).
Accanto allo stile militante di Vittorini e agli scritti di Gramsci “il Cristo può essere considerato come la proposta e l’esempio migliore di una nuova prosa italiana”(Alfonso Berardinelli). Ed è significativo che non si tratti di un romanzo ma di una configurazione della prosa che in Italia si riallaccia ad altre tradizioni e ad altri filoni letterari.
Del libro sono chiamati a parlare critici, scrittori, studiosi come da seguente programma:
ore 10,15
Saluti istituzionali
Francesco Moschini, Segretario Generale Accademia Nazionale di San Luca
Daniela Fonti , Presidente Fondazione Carlo Levi
Apertura dei lavori
ore 10,30 – 12:
Filippo La Porta
Levi e Gadda: due sperimentalismi diversi e affini
Gilda Policastro
Dappertutto è paese: confino e confini in Levi, Pavese e attardati epigoni
Franco Arminio
Prossimità e distanza. Il racconto di un paese: Aliano
Andrea Di Consoli
Carlo Levi, lo sguardo fraterno di un forestiero
Discussione
ore 15-16:
Antonio Pascale
Un volto che ci somiglia? Carlo Levi tra ideale e reale
Marcella Marmo
Le qualità del “genere confuso”. La scrittura confinaria del Cristo tra storia e antropologia, tensioni esistenziali e genio letterario
ore 16,30-17,30
Matteo Marchesini
Il negativo del mito. Levi e la piccola borghesia
Massimo Arcangeli
Cristo si è fermato a Eboli. L’incipit come epifania del limes
Discussione
Organizzazione
Fondazione Carlo Levi, Via Ancona 21, 00197 Roma
tel. 0644230740
mail: carlolevifondazione@gmail.com