Ultimo racconto di viaggio pubblicato nel 1964 dedicato questa volta alla Sardegna. Carlo Levi visita l’isola in due volte, a dieci anni di distanza, nel maggio del 1952 e nel dicembre del 1962. Le riflessioni che l’autore trascrive nel suo diario di viaggio raccontano una terra con i suoi miti e suoi archetipi, una descrizione “barbarica e fiabesca”, come la definisce Franco Antonicelli, “una Sardegna di pietre e di pastori, e di uomini moderni e vivi”. L’autore si sofferma a descrivere i problemi quotidiani della terra sarda, raccogliendo i luoghi e i volti del territorio più interno, raccontando in particolare di zone che si imprimono nella sua memoria come Nuoro, Orgosolo e Orune. Tutto il miele è finito, il titolo prende spunto da un canto funebre sardo in cui la madre piange il figlio assassinato paragonandolo al miele che non c’è più, rappresenta una terra che non è immobile, senza tempo, ma una realtà in cui si avverte il cambiamento della storia, partendo dalle immagini arcaiche e primordiali: “Qui nell’isola dei sardi, ogni andare è un ritornare”.