Comunicazione di servizio

Comunicazione

Dal 19 ottobre al 27 ottobre il numero telefonico della Fondazione è momentaneamente sospeso.

E’ possibile contattarci al numero provvisorio 0689220533 oppure attraverso l’indirizzo mail carlolevifondazione@gmail.com

 

 

Carlo Levi a Eboli

Il futuro antico del cibo

Carlo Levi  opere 1922-1971

Fondazione Gaeta – Centro  studi Carlo Levi

Eboli – Sanatrix Nuovo Elaion

 

Inaugurazione:  Venerdì 13 Luglio, alle ore 19:00

Per la prima volta 25 opere originali sono esposte dal 13 luglio al 23 ottobre ad Eboli, presso il salone dei congressi del “Sanatrix Nuovo Elaion”.
L’esposizione arrivata ad Eboli, dopo la tappa romana, presenta accanto a opere note, alcuni  lavori poco conosciuti e inediti tutti ispirati al tema del cibo, tematica presente in tutta la produzione artistica di Carlo Levi.

L’evento rientra nel programma del VI Concorso nazionale e internazionale Artistico – Letterario e Video Fotografico C. Levi 2018. Quest’anno il tema è incentrato sui “Cambiamenti climatici, fenomeni migratori e modifiche del paesaggio nel Mediterraneo contemporaneo”.

Il concorso è dedicato alla memoria del giornalista lucano Rocco Brancati, già membro del comitato scientifico della “Fondazione Luigi Gaeta” che ha organizzato l’evento.

 


Informazioni

Sede: Salone dei congressi del “Sanatrix Nuovo Elaion”- Eboli

Orari: lunedì – martedì – giovedì 17-20;

mercoledì – venerdì 10.30-13.00

Contatti: Fondazione Gaeta

 

Per tutte le informazioni sul Concorso e per scaricare il bando clicca QUI

 

Mostra Il futuro antico del cibo – Carlo Levi opere 1922-1971

Il futuro antico del cibo

Carlo Levi  opere 1922-1971

7 giugno – 7 luglio 2018

Fondazione Carlo Levi

 

Inaugurazione:  giovedì 7 giugno  2018 ore 18.00

 

La Fondazione Carlo Levi in occasione della proclamazione del 2018 come Anno del Cibo italiano propone, presso la propria sede, una mostra dal titolo  Il futuro antico del cibo  Carlo Levi  opere 1922-1971

 “Dalle ringhiere del balcone pendevano e dondolavano pigre al vento le trecce di fichi, nere di mosche che correvano a sorbirne gli ultimi umori, prima che la vampa del sole li avesse tutti succhiati. Davanti all’uscio, sulla strada, sotto agli stendardi neri seccavano al sole, su tavole dai bordi sporgenti, liquide distese color del sangue di conserva di pomodoro.“ (Carlo Levi Cristo si è fermato a Eboli, 1945).

L’esposizione presenta accanto a opere note, alcuni  lavori poco conosciuti e inediti tutti ispirati al tema del cibo, tematica presente in tutta la produzione artistica di Carlo Levi. La selezione espositiva parte dunque dall’intimità familiare degli anni giovanili passando alle dense cromie espressioniste degli anni Trenta fino alla più cupe e livide nature morte degli anni della guerra per arrivare alle opere conviviali degli anni Settanta.

La mostra sarà visitabile presso i locali della Fondazione Carlo Levi in via Ancona 21 dal 8 giugno al 6 luglio 2018


Informazioni

Sede: Fondazione Carlo Levi, via Ancona 21- 00187 Roma

Orari: lunedì – martedì – venerdì 15.30-19.00;

mercoledì – giovedì 10.00-13.00

Contatti: 06. 44230740     info@carlolevifondazione.it

Giorno della Memoria – 27 gennaio 2018

La Fondazione Carlo Levi partecipa a “La Shoah dell’Arte. IV edizione” nel Giorno della Memoria 2018 con l’apertura straordinaria della sede e la presentazione di alcune opere realizzate da Carlo Levi durante gli anni della guerra.

Le opere saranno accompagnate da alcune schede realizzate dagli studenti del Liceo Ginnasio Statale “Dante Alighieri” di Roma.

La casa bombardata 1942
Dopo aver ricevuto la notizia che uno dei più grandi bombardamenti di Torino causò la distruzione della sua casa, Levi si recò sul luogo e vide la casa paterna quasi interamente demolita. Nella rappresentazione, oltre alle rovine dell’abitazione, è visibile il corpo di un uomo morto, il quale mette in risalto la drammaticità dell’evento. Le mura distrutte del bombardamento identificano l’animo ormai dilaniato del pittore.I quadri lacerati simboleggiano la cultura decaduta e corrotta del tempo.

Campo di concentramento o le donne morte ( il lager presentito), 1942

Carlo Levi dipinse il quadro a Firenze nel 1942. Prima ancora che si scoprissero i lager, il pittore dipinse mucchi di cadaveri scheletriti, rappresentazione di una premonizione che solo dopo tre anni divenne realtà.Corpi magrissimi e ammassati l’uno sopra l’altro mostrano la drammaticità degli eventi accaduti in quegli anni e fin dove si possa spingere la cattiveria e la crudeltà di un uomo.Le donne sembrano, dalle posizione in cui sono accatastati i loro corpi, liberare le urla represse causate dai tanti torti subiti.Allo stesso tempo è chiaramente visibile la concezione dell’uomo come bestia, privato da tutto ciò che possiede.

La guerra partigiana 1944

“…noi non siamo cristiani, non siamo uomini, non siamo considerati come uomini, ma bestie, bestie da soma. […]” (Cristo si è fermato ad Eboli). La drammaticità della condizione umana, che Levi voleva trasmettere, è entrata prepotentemente nel nostro animo. E’ difficile parlare di argomenti così forti e profondi; lontano dal nostro immaginario ma così vicini (per umanità). E’ impossibile per noi riconoscere un uomo nella rappresentazione perché è impensabile che un uomo possa essere ridotto in questo stato. Come un animale. Un animale pronto al macello. Nonostante la situazione di guerra sullo sfondo, la rosa bianca sta a simboleggiare l’innocenza e la purezza di coloro che la guerra l’hanno solo subita.

“Mi par d’essere caduto dal cielo, come una pietra in uno stagno” Omaggio a Carlo Levi, 26 gennaio 2018

Mattinata di studio dedicata a Carlo Levi in occasione del Giorno della memoria 2018

 “Mi par d’essere caduto dal cielo, come una pietra in uno stagno”. Omaggio a Carlo Levi

 

 26 gennaio 2018 dalle 9.00

Firenze – Biblioteca degli Uffizi

Programma
Saluti e introduzione Eike Schmidt e Claudio Di Benedetto (Gallerie degli Uffizi);
Laura Forti (Comunità ebraica fiorentina); Antonella Lavorgna (Fondazione Carlo Levi); Roberto Ferrari (Regione Toscana); Matteo Mazzoni (ISRT)
Nicola Coccia, Aliano-Firenze andata e ritorno
Antonella Lavorgna, «Con la pittura sono andato scoprendo me stesso, con la scrittura il mondo». Carlo Levi tra pittura e scrittura.
Filippo Benfante, «Quel giorno i dieci bollivano di sdegno». Il Comitato Toscano di Liberazione Nazionale e Firenze nell’Orologio.
Simonella Condemi, Carlo Levi agli Uffizi

Tredicesima Giornata del Contemporaneo- I PANI di Carlo Levi

La Fondazione Carlo Levi partecipa alla Tredicesima Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI con l’esposizione I PANI di Carlo Levi, presso la sede dell’Istituzione.

Seguendo le indicazione dell’immagine guida della giornata del contemporaneo, “Pane quotidiano“, la selezione espositiva mette in evidenza come in Carlo Levi il pane sia presente fin dalle opere giovanili, ma il soggetto si è andato trasformando da elemento compositivo ad elemento interpretativo dei diversi territori e culture.

Lo stesso Levi scrive “la forma del pane è forse il più espressivo dei modi umani e popolari dell’arte, e la più antica e permanente: quella che arriva a dire le cose più profonde e più vere della vita e dei sentimenti di un popolo, la prima scultura diventata momento della vita, divinità nascosta e incarnata, conoscenza, comunione, nutrimento”.

La mostra sarà visitabile presso i locali della Fondazione Carlo Levi in via Ancona 21 – Roma
Apertura: dal 14 ottobre al 11 novembre 2017
Orario: lunedì-martedì-venerdì:15.00-19.00; mercoledì-giovedì:9.00-13.00

Apertura straordinaria: sabato 14 ottobre 2017 – 10.00-13.00

All’ascolto di Cristo si è fermato a Eboli. Infiniti terrestri dei

Le 25 opere di Isabella Staino che compongono la mostra All ’ascolto di Cristo si è fermato a Eboli. Infiniti terrestri dei, nascono dall’ ascolto dell’opera di Carlo Levi  nella magistrale lettura di Elio de Capitani trasmessa da Radio 3 nella trasmissione Ad alta voce.

“Le parole entrano a far parte del dipinto, come la musica o la voce di un amico che passa a trovarmi nel mio studio; la scrittura come narrazione ha già alla sua origine immagini della realtà, vissute o fantastiche, a cui dà una forma, che resta. Ma essa a sua volta libera nuove immagini, e anch’esse possono diventare reali nella materia pittorica”. Così ha scritto la pittrice che ha al suo attivo diverse esperienze come illustratrice; ad iniziare dal rapporto con Antonio Tabucchi che nel 2003 ha scritto e le ha dedicato un breve racconto, “Isabella e l’ombra, poi da lei illustrato e pubblicato nel 2014 (Vittoria Iguazu Editoria). Sono seguiti alcuni volumi di Adriano Sofri. Ora la sfida accettata, se di sfida si può parlare, è quella di mettersi a confronto non solo con le pagine leviane, ma anche con la stratificata iconografia d’immagini del sud che lo stesso Levi pittore ha consegnato all’arte italiana. Staino ritaglia per le sue opere uno spazio visuale che solo in parte condivide con Levi, quello che alberga i protagonisti del libro (Giulia, la casa contadina, il sanaporcelle, la brigantessa Maria Pastora..),  ma per il resto la sua pittura si allontana dal realismo delle notazioni leviane per immergersi in una dimensione fra favolistica e  onirica che le è peculiare e che, al contrario di quanto accade ai protagonisti dei quadri di Chagall, non le solleva in un celeste iperuranio ma le fa affondare ancor più nelle remote viscere della terra. Le sue figure ritrovano la sostanza delle parole leviane quando alludono agli “Infiniti terrestri dei, che popolano da tempi remoti le terre della Lucania.

La mostra, allestita in marzo presso la Petite Galerie della libreria italiana Tour de Babel di Parigi, dopo la presenza romana presso la Fondazione Carlo Levi, sarà ospitata in maggio dalla Galleria Athena di Livorno, e in giugno dall’Associazione lucana Carlo Levi di Torino.

Evento speciale: Elio De Capitani leggerà, durante il vernissage, alcune pagine dall’opera di Carlo Levi.

Inaugurazione: 12 aprile 2017 ore 17.30-  Roma – Fondazione Carlo Levi

Apertura al pubblico: 12 aprile – 05 maggio 2017

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