Le parole sono pietre. Tre giornate in Sicilia

Le parole sono pietre

Si tratta del diario di tre viaggi compiuti dall’autore nelle terre della Sicilia tra il 1952 e il 1955. Con questo libro si apre un nuovo filone letterario nella produzione leviana quello del reportage di cui aveva già dato prova nei suoi articoli pubblicati su La Stampa e su L’Illustrazione italiana.
Le parole sono pietre, pubblicato nel 1955, è il racconto duro dell’arretratezza dei contadini siciliani “lo spettacolo della più estrema miseria contadina”, di una terra dove diventa difficile far applicare quelle leggi che lo Stato italiano ha approvato per la redistribuzione della terra, per migliorare le condizioni di lavoro, per applicare i diritti che dovrebbero valere per tutti, ma che in quelle terre devono sottostare ai privilegi dei potenti. Il libro è denso di fatti che lo scrittore trasfigura inserendoli nel simbolo della coscienza umana, dove “…le lacrime non sono più lacrime ma parole, e le parole sono pietre”: sono pietre le parole di Francesca Serio, la madre di Salvatore Carnevale, il contadino ribelle assassinato dalla mafia perché fondatore, a Sciara nel 1951, della sezione del Partito socialista e della Camera del lavoro; sono pietre scagliate nell’aula del Tribunale di Palermo da una madre siciliana che racconta e sfida cosa nostra, la legge del feudo e le complicità del potere istituzionale.

Il futuro ha un cuore antico. Viaggio nell’Unione Sovietica

Il futuro ha un cuore antico

Secondo libro di viaggi di Carlo Levi pubblicato nel 1956. Questa volta è il resoconto giornalistico del viaggio effettuato tra il 17 ottobre e il 19 novembre del 1955 nella capitale sovietica, a Leningrado, a Kiev, in Armenia e in Georgia.
“Così come gli abitanti della Nuova Inghilterra hanno serbato i modi puritani della patria di origine, o come i canadesi hanno conservato il francese del’700, i sovietici sono rimasti i custodi dei sentimenti e dei costumi dell’Europa, di quando l’Europa era unita, e credeva, tutta intera, in alcune poche verità ideali e aveva fiducia nella propria esistenza”. E’ questo quello che Carlo Levi ci racconta nel suo libro, una narrazione ricca di dettagli, di descrizioni di un mondo che allo tempo stesso è antiquato e giovane. L’autore ne rimanda un immagine poetica, fanciullesca e si lascia trasportare dalla descrizione dei luoghi e delle anime che incontra.

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