L’interesse di Calvino verso l’opera leviana non si limita alla sola attività letteraria, ma anche alla sua produzione pittorica a partire dalla prima presentazione del 1955. Nella saggistica di Calvino diversi sono i suoi contributi dedicati all’arte figurativa e nel dialogo con Tullio Pericoli definisce la pittura come una spinta al rinnovamento e come «ideale di invenzione libera», come modo per essere sempre se stessi «facendo sempre qualcosa di nuovo.»
Calvino in dialogo con Tullio Pericoli pubblicato in Furti ad arte. Conversazione con Tullio Pericoli, in: Saggi. 1945-1985, Mondadori, Milano, 1980
Intervista a Calvino apparsa in «Il Caffè», IV, 1° gennaio 1956, poi, con il titolo di Questionario 1956, in I. Calvino, Saggi 1945-1985, a c. di M. Barenghi, 2 voll., Milano, Mondadori, 1995, II, p. 2712
© 2002 by Eredi Calvino e Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., Milano
© 2015 by Eredi Calvino e Mondadori Libri S.p.A., Milano
Presentazione di I. Calvino alla mostra di Carlo Levi "Gli Amanti", Roma, Galleria del Pincio, 23 marzo 1955, ripubblicato in I. Calvino, Guardare. Disegno, cinema, fotografia, arte, paesaggio, visioni e collezioni, a c. di M. Belpoliti, Milano, Mondadori, 2023, p.289-290
© 2023 by Eredi Calvino e Mondadori Libri S.p.A., Milano
Il tema degli Amanti è ricorrente nella produzione di Levi fin dai primi monotipi degli anni trenta e non stupisce che sia il primo soggetto ad interessare Calvino. Trattato attraverso le diverse tecniche dall’olio al disegno, dall’incisione al monotipo, dall’acrilico all’acquerello il soggetto acquisisce molteplici significati e qui il tratto sottile dell’inchiostro delinea i volti dei protagonisti nella loro dolcezza e serenità mentre la capigliatura delimita lo spazio in cui avviene quest’unione.
I. Calvino, con il titolo Litografie di Levi, in «Il Contemporaneo», II, 13, 26 marzo 1955 già pubblicato in Roma 1955, ripubblicato in Calvino, Milano, Mondadori, 2023, p.289-290
© 2023 by Eredi Calvino e Mondadori Libri S.p.A., Milano
Rara è l’iconografia degli Amanti in cui si presenta anche il corpo dei protagonisti. Questa rappresentazione rende più esplicito il significato erotico del soggetto e conferma la riflessione sul percorso che si compie nell’atto amoroso: donarsi e fondersi per tornare ad essere individui.
Calvino, Roma 1955
© 2023 by Eredi Calvino e Mondadori Libri S.p.A., Milano
Il testo a firma di Calvino della mostra di Roma del 1955 sarà ripubblicato con il titolo Gli Amanti nel dépliant di presentazione della mostra antologica Carlo Levi gli Amanti e altre opere recenti, Firenze, Galleria Colonna, 27 maggio 1964.
Calvino, Roma 1955
© 2023 by Eredi Calvino e Mondadori Libri S.p.A., Milano
Calvino, Roma 1955
© 2023 by Eredi Calvino e Mondadori Libri S.p.A., Milano
Calvino, Roma 1955
© 2023 by Eredi Calvino e Mondadori Libri S.p.A., Milano
Il dipinto presenta i volti degli amanti che oltre a unirsi in uno solo si confondono con la terra o come meglio descrive il pittore nella nota che accompagna l’opera per il catalogo della mostra antologica Carlo Levi, Palazzo del Te, 21 settembre-20 ottobre 1974:
«Antiche figure amorose e feroci riaffiorano da un mondo sconvolto».
I. Calvino Un discorso totale, testo per la mostra dell'artista dal titolo Carlo Levi dal 1929 al 1935 allestita a Roma, Galleria «La Nuova Pesa», 16 aprile 1962, (ripubblicato in diverse esposizioni successive) ora in I. Calvino, Guardare, cit., pp. 297-298
© 2023 by Eredi Calvino e Mondadori Libri S.p.A., Milano
Le parole di Calvino mettono in evidenza come la pittura giovanile di Levi esprima riferimenti alla cultura europea individuata in nomi come Modigliani, Soutine e Pascin. Il pittore aderisce ad una certa libertà formale che ancora è sperimentazione e rischio come si osserva in questo nudo.
Calvino, Roma 1962
© 2023 by Eredi Calvino e Mondadori Libri S.p.A., Milano
Il dipinto esposto fin dagli anni Trenta nelle mostre nazionali e internazionali rappresenta un autoritratto di chiara matrice espressionista realizzato attraverso l’uso di piccole campiture di colore accostate per costruisce i volumi. L’inconsueta posizione e il colore della mano sono elementi distinti di questo autoritratto.
Calvino, Roma 1962
© 2023 by Eredi Calvino e Mondadori Libri S.p.A., Milano
Il dipinto è esposto la prima volta alla Galleria «La Nuova Pesa» di Roma nel 1962 con il titolo Natura morta con talco. Qui gli oggetti quotidiani, i biscotti, il limone sono disposti su un piano fluttuante che si dilata mentre gli stessi acquistano corposità, costruiti da una pennellata veloce che comincia a definirsi «ondosa» .
Calvino, Roma 1962
© 2023 by Eredi Calvino e Mondadori Libri S.p.A., Milano
Si tratta della madre dell’artista, Annetta Treves, soggetto frequente nella produzione leviana fino agli anni Settanta quando il volto della madre si sovrappone ora ai volti delle madri contadine del Sud ora diventa immagine del concetto stesso della maternità. Del ritratto esistono due versioni che si differenziano per alcuni dettagli: la posizione delle mani, il fondo su cui si staglia la figura (chiaro nel caso dell’altro dipinto dal titolo Ritratto bianco della madre) e alcuni elementi decorati. L’unica occasione in cui le opere sono esposte contemporaneamente è la mostra alla Galleria «La Nuova Pesa» di Roma nel 1962 .
Calvino, Roma 1962
© 2023 by Eredi Calvino e Mondadori Libri S.p.A., Milano
«Esistono parecchi altri ritratti di Leone Ginzburg: uno è in casa di Natalia Ginzburg, altri in casa dell’Autore. Inoltre Leone Ginzburg fu abitualmente modello di quadri (soprattutto intorno al 1933, prima che egli, con Carlo Levi, fosse arrestato nel 1934) durante le lunghe giornate di lavoro e di discussione passate insieme nello studio del pittore a Torino, in piazza Vittorio 7.» Questa la nota che accompagna l’opera nel catalogo della mostra antologica curata dall’artista a Mantova nel 1974.
Leone Ginzburg , professore di lingua e letteratura russa presso l’Università di Torino, fu letterato e antifascista. Si impegnò attivamente aderendo a «Giustizia e libertà». Arrestato per la prima volta nel 1934 condannato a due anni di carcere, tornò a Torino dove fu fondamentale per l’organizzazione e la direzione della casa editrice Einaudi. Fu tra i maggiori esponenti del Partito d'azione e ne diresse l'organo clandestino L'Italia libera. Nel 1943 venne arrestato nuovamente e rinchiuso nel carcere di Regina Coeli a Roma dove morì a causa delle torture subite.
Calvino, Roma 1962
© 2023 by Eredi Calvino e Mondadori Libri S.p.A., Milano
Si tratta di Aldo Garosci in uno dei tanti ritratti che il pittore dedica all’amico. Fu uno dei principali esponenti di «Giustizia e Libertà», esiliato prima in Francia a poi negli Stati Uniti. Rientrato in Italia nel 1943 entra nella Resistenza aderendo al Partito d’Azione. Docente universitario di Storia moderna a Torino e poi di Storia del Risorgimento a Roma, ha pubblicato importanti studi sulla storia delle ideologie in Italia. Dalla testimonianza dello stesso Garosci comprendiamo il motivo del titolo del dipinto «[ nell’atelier vicino al metro Convention] Carlo [...] dipinse l’ultimo e il più idealizzato dei miei ritratti. Lo battezzammo “l’eroe cinese” per una mescolanza di idillico, di esotico, di grandioso che ci vedevamo; e anche perchè l’eroe cinese è il titolo di un melodramma del Metastasio e Carlo aveva, come pseudonimo di vita clandestina e di collaboraione ai Quaderni di Giustizia e Libertà, il nome di P. Trapassi, cioè il nome di Metastasio prima della traslazione in greco. Così in qualche modo nella fantasia del titolo entrava anche il legame della cospirazione che era tra il pittore e il modello»
I. Calvino, presentazione Cristo si è fermato a Eboli. 7 litografie di Carlo Levi, Torino, Esposito [Francesco Esposito], 1974, ora in Calvino, Guardare, cit., pp. 313-316
© 2023 by Eredi Calvino e Mondadori Libri S.p.A., Milano
Si tratta del ritratto del figlio maggiore dell’albergatore Luigi Prisco, da cui Levi è stato ospitato al suo arrivo al confino, a Grassano, il 3 agosto 1935. «…Il Capitano così chiamato perché era il capo riconosciuto di tutti i ragazzi del paese, che dominava con la sua astuzia e la sua precocità era un ragazzo zoppo, piccolo di statura, di tredici e quattordici anni.» tratto da Cristo si è fermato a Eboli, Einaudi, 1945
Calvino, Torino 1974
© 2023 by Eredi Calvino e Mondadori Libri S.p.A., Milano
L’opera raffigura Tonino de Giglio e così lo stesso artista lo descrive nel Cristo si è fermato a Eboli «...più di tutti mi cercavano i figli del sarto, specialmente il più piccolo, Tonino, un ragazzo minuto, svelto, arguto e timido, con una piccola testa bruna e degli occhietti vivi come capocchie di spillo[…] anche Tonino, che pure era vispo come un monachicchio, aveva già in sé un riflesso della delusione paterna»
Calvino, Torino 1974
© 2023 by Eredi Calvino e Mondadori Libri S.p.A., Milano
Calvino Torino, 1974
© 2023 by Eredi Calvino e Mondadori Libri S.p.A., Milano
Si tratta di uno dei primi paesaggi realizzato da Levi durante la permanenza ad Aliano.
Calvino Torino, 1974
© 2023 by Eredi Calvino e Mondadori Libri S.p.A., Milano
Giulia Venere, detta la Santacangelese perché originaria del paese di Sant’Arcangelo, è una delle figure centrali del racconto sia letterario che pittorico del confino. La domestica che accudisce Levi durante il confino ad Aliano è presente in diversi dipinti e in alcuni casi è indicata come la Strega perché dedita a pratiche di magia.
I. Calvino, La compresenza dei tempi, «Galleria» XVII, 3-6, maggio-dicembre 1967, pp. 237-240, poi in C. Levi, Cristo si è fermato a Eboli, a partire dall’edizione Torino, Einaudi, 1992, pp. IX-XII, in I. Calvino, Saggi 1945-1985, a c. di M. Barenghi, 2 voll., Milano, Mondadori, 1995, pp. 1122-1125
© 2002 by Eredi Calvino e Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., Milano
© 2015 by Eredi Calvino e Mondadori Libri S.p.A., Milano
Si tratta della prima delle sette litografie realizzate nel 1974 da Levi per illustrare altrettanti passi del Cristo. La cartella fu presentata da Calvino e le litografie furono disegnate su pietra e tirate in settantacinque esemplari con torchio a braccia.
Calvino, maggio-dicembre 1967
© 2002 by Eredi Calvino e Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., Milano
© 2015 by Eredi Calvino e Mondadori Libri S.p.A., Milano
«Lo spazio è così diviso in tre strati: per terra le bestie, sul letto gli uomini, e nell’aria i lattanti.» dal Cristo si è fermato a Eboli, Einaudi 1945
Calvino, maggio-dicembre 1967
© 2002 by Eredi Calvino e Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., Milano
© 2015 by Eredi Calvino e Mondadori Libri S.p.A., Milano
trascrizione dall’intervento di Calvino nel documentario LUCANIA '61, 1961, regia di Massimo Mida, 1962 ed. La Quercia
Il rapporto tra Calvino e Rocco Scotellaro risale al 1949 e si intensifica per l’edizione della raccolta poetica È fatto giorno. La raccolta viene pubblicata postuma soltanto nel 1954 con una prefazione di Carlo Levi.
È l’ispettore libraio della casa editrice Einaudi, Beppe Oreffice che ci ricorda uno degli incontri tra lo scrittore e il poeta:
«Era estate, il mese di luglio, che al Sud è il mese più caldo: la strada era bianca e si snodava sotto il sole implacabile. La nostra Topolino arroventata arrivò a Tricarico a casa di Scotellaro, semplice e tipica abitazione di quei paesi lussureggianti per ciò che la natura promette e mantiene. L’incontro tra i due fu commovente : si parlò di libri, della gente del Sud, del futuro e il pranzo fu una delle più memorabili mangiate della mia vita.»
Da Calvino in Topolino di Franca Mora, collana Millelire dell’editore Stampa Alternativa, 1993.
Calvino dal documentario LUCANIA '61
«Ho letto L’uva puttanella. Mi sembra un bellissimo libro. Soprattutto la parte del carcere e in genere i brani in cui prevale il racconto ragionato, dove conoscenza poetica e attitudine interpretativa si congiungono. In quei punti Rocco dà veramente qualcosa che nessun altro ha dato.»
Queste sono le parole scritte nella lettera del 1954 dal redattore Calvino a Levi per manifestare l’interesse di Einaudi a pubblicare l’opera di Scotellaro.
Calvino dal documentario LUCANIA '61
Calvino, Torino 1974
© 2023 by Eredi Calvino e Mondadori Libri S.p.A., Milano
«Avevamo stabilito, con Italo Calvino, che avrei ogni anno, e per sempre, dipinto un suo ritratto. Ciò fu fatto dal 1959 alla fine del 1965.» Così inizia la didascalia che Levi scrive per il catalogo della mostra antologica di Mantova del 1974, dove vengono esposti per la prima volta contemporaneamente nove ritratti di Calvino, la maggior parte realizzati nella villa di Alassio del pittore.
Lettera di Levi a Lunuccia del 17 settembre 1961 pubblicata in Carissimo Puck. Lettere d’amore e di vita (1945-1969), a c. di S. D’Amaro, Roma, Mancosu, 1994
Calvino, Torino, 1974
© 2023 by Eredi Calvino e Mondadori Libri S.p.A., Milano
Il pittore torinese realizza dieci ritratti dello scrittore ligure di cui nove verranno esposti nella mostra postuma Carlo Levi si ferma a Firenze Orsamichele, Firenze, maggio- luglio 1977 curata da C.L. Ragghianti. Proprio in riferimento a questa mostra una lettera di Linuccia Saba a Calvino testimonia come questa serie di ritratti siano stati sempre considerati di grande importanza e che rendano testimonianza di una profonda amicizia.
Levi, Mantova 1974
«Cosimo s’ appollaiava su un carrubo all’altezza delle finestre e seguiva le discussioni.»
I. Calvino, Il barone rampante, Mondatori 1957
© 2002 by Eredi Calvino e Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., Milano
© 2015 by Eredi Calvino e Mondadori Libri S.p.A., Milano
I grandi tronchi dei carrubi della campagna di Alassio, luogo in cui i due amici spesso si incontravano durante le vacanze estive, diventano un elemento che ritroviamo sia nelle opere dello scrittore ligure sia nella produzione pittorica leviana dell’ultimo ventennio. In Levi diventano protagonisti e la rappresentazione si trasferisce dalla realtà naturale, come in questo dipinto, a quella mitologica in cui gli stessi carrubi sono elevati a veri e propri personaggi.
Carlo Levi e Italo Calvino: una «particolare predilezione e amicizia»
Carlo Levi e Italo Calvino: il ritratto come «espressione riflessa»
Avevamo stabilito, con Italo Calvino, che avrei ogni anno, e per sempre, dipinto un suo ritratto. Ciò fu fatto dal 1959 alla fine del 1965. In seguito Calvino andò a vivere con la moglie a Parigi, e le occasioni per continuare il proposito vennero a mancare. I nove ritratti (oltre a un decimo e a un disegno che qui non compaiono) seguono momenti e intenzioni diverse dello scrittore come trasposizione non priva di un suo potere in un mondo diverso, segretamente legati alla sua vita.
Con questa nota del 5 febbraio 1974 di un’agenda custodita presso la Biblioteca Renzo Deaglio di Alassio, Carlo Levi fa riferimento a una serie di dieci ritratti di Italo Calvino eseguiti tra il 1959 e il 1965. Nove di questi dipinti vengono esposti per la prima volta insieme nella mostra antologica allestita a Mantova nell’autunno dello stesso 1974, recuperando l’appunto manoscritto nella didascalia che accompagna le riproduzioni delle opere nel catalogo (Levi 1974a). Dopo la morte di Levi la stessa serie viene riproposta nel 1977 nella mostra Carlo Levi si ferma a Firenze curata da Carlo Ludovico Ragghianti, poi a Roma nell’esposizione intitolata “Il futuro ha un cuore antico”. Opere scelte dal 1922 al 1972 (Levi 1993), seguita nel 2001 da una selezione meno ampia per la Pinacoteca Provinciale di Potenza (Levi 2001), mentre nel 2023 otto ritratti della collezione tornano in esposizione a Roma, presso le Scuderie del Quirinale, in occasione della mostra Favoloso Calvino. Il mondo come opera d’arte (Levi 2023).
Leggi il testo di presentazione completo a cura di Luca Beltrami
_________
Testo presentazione: Luca Beltrami
Testi schede: citazioni tratte da saggi di Italo Calvino
Immagini schede: Opere di Carlo Levi
Progetto: Daniela Fonti, Antonella Lavorgna
Allestimento e testi descritti: Antonella Lavorgna
Si ringraziano per l’amichevole collaborazione:
gli eredi di Italo Calvino, la casa editrice Mondatori, l’erede di Carlo Levi.
Il progetto rientra nelle attività realizzate grazie al contributo concesso dalla Direzione generale Educazione, ricerca e istituti culturali del Ministero della cultura.